Watchmen

quis custodiet ipsos custodes
who watches the watchmen?

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Ottobre ’85. Un comico è morto a New York.
Edward Blake – un atletico diplomatico di mezza età – viene gettato nel vuoto dal suo lussuoso attico con una misteriosa facilità. Il brutale Rorschach scopre che a Blake corrisponde l’identità segreta del Comico, un vigilante in maschera come lui, in seguito riciclatosi per il governo come addetto tritarifiuti agli affari sporchi. Malgrado una lunga lista di torbidi moventi, per il freddo e paranoico Rorschach una spiegazione spicca sulle altre: qualcuno vuole eliminare i vigilanti mascherati inaugurando col sangue di Blake la sua folle crociata.
Le potenziali vittime comprendono il vecchio gruppo dei Minutemen e la successiva leva degli Acchiappa-criminali. Attivi negli anni ’30 e ’40, dei primi sono pochi quelli sani e integri dopo una perenne vita sul filo del rasoio: la vecchia Spettro di Seta è rinchiusa a rinsecchire in una casa di riposo; il primo Gufo Notturno si è ritirato per scrivere le sue memorie e a gestire un’officina per le obsolete auto a benzina. Quelli messi meglio. A Dollar Bill hanno sparato, Giustizia Mascherata è scomparso, Falena è impazzito e langue in manicomio. Il Comico è morto.
Roschach porta la notizia a chi rimane. Il primo è il secondo Gufo Notturno, Daniel Dreiberg. Fiacco e disilluso, Dreiberg attraversa la sua crisi di mezza età fra costose attrezzature e ricorrenti fantastie desiderando un ritorno che lui stesso crede sciocco e inutile. Il secondo è l’uomo più intelligente del mondo, Ozymandias, alias Adrian Veidt, uscito allo scoperto per diventare un facoltoso uomo d’affari. Borghese e decadente in tinta con la sua megalomania, sostiene che il suo intelletto – dopo essersi stufato delle piccolezze del mondo criminale – debba dedicarsi ad altre sfide: ai gordiani nodi dei massimi sistemi e alla disintossicazione di un futuro precario.
Ne rimangono due. Resta da avvertire l’uomo indistruttibile che qualcuno vuole ucciderlo: il dottor Manhattan. L’onnipotente super-uomo che ha ottenuto la coscienza della materia. Un eroe così potente da suscitare, alla sua scoperta, un delirio entusiasta riassunto nello slogan: «Dio esiste ed è americano!». Da diventare il principale deterrente nucleare degli Stati Uniti. Un essere che a seguito della sua onniscienza ha deciso di spogliarsi da ogni residuo di passione umana. Lo sa bene Laurie Juspeczyk, la figlia della prima Spettro di Seta e l’esasperata amante di Manhattan e del suo freddo determinismo.
Sulle sorti di questa difficile coppia e sul tormentato passato del Comico si fanno strada subdole trame sotterranee. Le sorti sono fuori portata; oramai nulla si può risolvere più a scazzottate fra pagliacci in costume. Il loro immaginario è penetrato e “il danno è stato fatto!”. Alle porte, l’Olocausto nucleare aspetta e gli eroi con la loro stanca morale avranno una loro ultima parola a riguardo.
Verrà fatta la cosa giusta, alla fine?
No. Perché nulla finisce.
Nulla ha mai fine.


Watchmen non a torto è diventato la Bibbia dei fumetti sui supereroi, nonché il suo DSM. Pur essendo una pubblicazione DC Comics, abbandona la continuity tradizionale per elaborare una realtà alternativa più verosimile e orientata allo scopo. In questo nuovo mondo troviamo una società sull’orlo del baratro e dove la gente nei riguardi degli eroi non rimane – come spesso rimane – un soggetto passivo. Gli eventi mutano e cambiano seguendo la causalità, intenzionale o involontaria, scatenata dal fenomeno dei vigilanti in costume (qui sconosciuti all’appellativo di “supereroi”). Così scompaiono le grandi famiglie malavitose del continente come pure le auto a benzina; i dirigibili sono i mezzi più diffusi di trasporto aereo e gli Stati Uniti vincono la guerra in Vietnam. Non nasce il movimento “hippie”, bensì quello analogo e più underground dei “nodi”, mentre le proteste del ’77 sono conseguenza di un diffuso sentimento anti-vigilanti.
Di fronte agli accadimenti del mondo, questi vigilanti si ritrovano alle prese, più che contro i loro nemici, contro loro stessi e il loro lato oscuro, sempre immerso in una viziosa e profonda umanità. Proprio qui sta la differenza rispetto ai fumetti tradizionali, dove il focus era incentrato sull’azione e la lotta al nemico di turno. In Watchmen, l’azione latita, ma ciò non penalizza affatto l’atmosfera, tesa e opprimente, mentre il fulcro dello svolgimento è spostato sul senso di mistero e sul sublime confronto tra i personaggi. Dall’intransigente Rorschach, misogino e sessuofobo, al qualunquista Gufo Notturno; da Ozymandias, alla ricerca di un fine più grande, al dottor Manhattan, per il quale la vita non ha più misteri e il tutto appare come un insensato disegno senza scopo.
Nato dalla penna di Alan Moore (ancora lui! già autore di capolavori come V per Vendetta e the Killing Joke) e la matita di Dave Gibbons, il graphic novel di Watchmen è la degna summa theologica di questo genere, tanto diffuso e tanto imitato.
Dopo la lettura di questo ciclo non ci sarà più nulla che non saprete o che vorrete sapere a riguardo.

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Voto fumetto: *****
Voto film: *** e ½